Chiuso il sipario di QWine Expo, a novembre, la città di Qingtian non è rimasta con le mani in mano inaugurando ieri il più grande store della Cina dedicato alla produzione vinicola italiana. Si era già parlato in occasione della fiera di questo grande progetto e cioè di far diventare lo spazio dedicato all’esposizione delle cantine, già arredato con un concept dal design italiano che non ricalca il concetto classico delle fiere, uno spazio espositivo permanente.
Un progetto che oggi è diventato realtà grazie alla collaborazione tra la municipalità di Qingtian, fortemente orientata alla commercializzazione del vino italiano e la neonata IWA: Italian Wine Alliance, creata con il coinvolgimento dell’imprenditore Riccardo Iacobone, già co-organizzatore del QWine Expo insieme al socio qintianese Zhou Yong. L’idea è di creare in questo palazzo del centro città un mega store del vino, che funziona da una parte come un cash and carry, dando la possibilità di acquistare esattamente come un qualsiasi negozio, e dall’altra come un importatore, trattando direttamente con i buyer cinesi.
“Ma la grande innovazione di IWA sta proprio su questo punto – specifica Iacobone – e già il nome lo dice. Italian Wine Alliance non usa la logia del comune importatore, ma vuole funzionare come una vera alleanza tra le cantine italiane che scelgono di aderire a questo progetto”.
Un’alleanza che non si ferma però alla parte commerciale, ma si spinge oltre, abbracciando altri concetti ugualmente importanti per l’export del vino: la formazione, la comunicazione, la partecipazione ai bandi OCM vino.
“La formazione e la comunicazione sono aspetti fondamentali. – spiega ancora Iacobone. Se oggi siamo ancora al quinto posto tra i Paesi esportatori è anche perché, probabilmente, non abbiamo comunicato il brand Italia nel modo giusto”.
Tramite IWA, quindi, che avrà sede all’interno dello store, si organizzeranno masterclass, approfondimenti e degustazioni di vino italiano. Non solo per far conoscere meglio la grande varietà produttiva, la diversità ampelografica e l’unicità geografica del nostro Paese che ci contraddistinguono nel mondo, ma anche per trasferire al popolo cinese il modo coretto per degustare il vino.
Per quanto riguarda la comunicazione, invece, le cantine italiane hanno già un canale di accesso privilegiato per farsi conoscere in Cina, il portale 19pindao.cn. che collaborando direttamente con la nostra webtv Winechannel.it, riesce a mandare in onda contenuti veri, originali e prodotti in Italia. Ovviamente tradotti in lingua cinese e veicolati anche attraverso i social network cinesi, come Wechat o Baidoo.
E i bandi OCM che c’entrano? E’ ancora Iacobone a rispondere. “E’ difficile per una cantina partecipare da sola alle richieste di un bando come quello dell’OCM per Paesi terzi, così molte rinunciano. Diverso è se si partecipa insieme, presentando un unico, grande progetto nel quale far rientrare anche la partecipazione alle fiere più importanti del settore, uniti sotto il nome di IWA”.