Campania – Cantine Iorio

Aglianico e Falanghina alle pendici del Monte Taburno

Su una bottiglia di Cantina Iorio una poesia di Filippe Margot: “Il buon vino è ogni volta una sinfonia di quattro movimenti eseguita al ritmo delle stagioni. Il sole, il terreno, il clima e i vitigni modulano l’opera, mentre il vignaiolo come solista imprime la sua cadenza”.

La storia

Cantine Iorio è il progetto di due fratelli con il desiderio di portare avanti una tradizione di famiglia e di far fruttare il proprio territorio, da sempre particolarmente vocato alla produzione di vino. Come consueto all’epoca, il bisnonno prima e il nonno poi, coltivavano le uve, le lavoravano e conservavano il vino in grosse botti di legno aspettando che i mercanti delle città vicine andassero a comprarli.  Sul loro esempio e sulle orme del padre Luigi Rolando, Pietro e Luca si sono appassionati al mondo del vino sin da subito. Agli inizi degli anni ’90 Pietro, poco più che ventenne, decide di aprire un’azienda agricola così da far coincidere passione e lavoro. La piccola vecchia cantina di famiglia, in cui già il bisnonno, il nonno e il padre Rolando lavoravano le uve, riprende finalmente vita insieme agli strumenti da lavoro da loro utilizzati : il torchio in legno, le vasche in cemento e la grande botte in legno. Col passare del tempo anche Luca, fratello minore, decide di dedicarsi al mondo del vino.

La nuova cantina è stata inaugurata nel 2013 e tutto al suo interno è stato studiato nei minimi dettagli per una vinificazione ottimale in modo che ogni grappolo e ogni acino possano esprimere il meglio di sé. Dopo il controllo e la selezione delle uve esse sono pigiate con presse soffici per non farle rovinare durante la macerazione, così da ottenere un mosto con un equilibrato contenuto di polifenoli.

I delicati processi utilizzati permettono di non intaccare profumi e aromi delle uve. Durante l’anno, anche nelle operazioni più intensive come filtrazione e imbottigliamento, la lavorazione è effettuata con strumenti di ultima generazione senza l’utilizzo di coadiuvanti chimici.La vinificazione avviene in modo naturale, senza che i vini siano ossigenati, conservandoli in un ambiente protetto: le autoclavi e l’impianto di imbottigliamento isobarico utilizzano l’azoto permettendo una lavorazione in ambiente inerte per conservare aromi e profumi dei vini.

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